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CLYPEUS N°6 - 9 Settembre 1964

Prima della preistoria i giganti erano sulla terra

Le menzioni dei testi antichi - I ritrovamenti - Possessori di tecniche straordinarie costruirono città megalitiche e scavarono vie di comunicazione sotto il globo terrestre


I giganti vissero sulla Terra milioni di anni fa? Sembrerebbe di sì.
Eiodo di Ascra, della Beozia, il noto poeta greco dell'VIII secolo avanti Cristo, nel suo poemetto epico-mitologico sull'origine degli dei e del mondo che è la "Teogonia" ci parla dei Titani, i giganteschi uomini che ribellatisi a Zeus il signore dell'Universo furono vinti e gettati nel Tartaro, l'oscuro abisso infernale nel cuore della Terra.
Esiodo raccolse nella sua opera tradizioni che erano patrimonio del suo popolo e si limitò solo a tradurle in gergo letterale più elevato.
Quelle tradizioni molto probabilmente travisavano in leggende mitologiche la realtà che era esistita migliaia di anni prima.
Tuttavia un'altro testo, molto più antico di quello di Esiodo ci parla ancora dei giganti.
È il libro della genesi, che raccolto nella Bibbia permette di avere un'informazione di carattere serio e indiscutibile sotto un certo aspetto.
Troviamo infatti in questo libro del Vecchio Testamento una frase molto esplicita:
... Or v'erano dei giganti sulla Terra in quel tempo (6,4)...
Sempre dalla Bibbia, e precisamente dal libro del Deuteronomio possiamo avere una vera e propria conferma al versetto della Genesi.
Da notare che si tratta di due libri diversi e scritti in epoche diverse, ma che nonostante questo ambedue riportano la stessa testimonianza.
… Noi (gli ebrei) c'impossessammo in quel tempo del territorio di due re degli AMORREI di là del Giordano, dal torrente ARNON al monte HERMON che i SIDONII chiamano SARION e gli AMORREI SANIR; di tutte le città della pianura, di tutta la terra di GALAAD e di BASAN, sino a SELCA ed EDRAI città del regno di OG in BASAN.
Era rimasto della stirpe dei giganti il solo OG re di BASAN.
Si mostra il suo letto di ferro, in RABBAT dei figlioli di AMMON, ed ha nove cubiti di lunghezza e quattro di larghezza, alla misura di un cubito di braccio di uomo...
Il testo aggiunge ancora che... tutto BASAN è chiamato paese dei giganti... (3,8).
Quindi dei popoli di razza gigantesca sono veramente esistiti!
Ma dove possono essere finite le vestigia di costoro? Paleontologi e archeologi scavano e frugano la terra ma mai è saltato fuori alcun indizio di carattere rigorosamente scientifico che provi la loro esistenza.
Nelle tradizioni degli antichi Indù esistevano gli ASURA o DANAVA, esseri soprannaturali paragonabili ai Titani greci.
Anch'essi come questi ultimi erano in perfetta lotta con gli dei.
Nel MAHÀBHÀRATA, il classico libro religioso indiano, li troviamo anche sotto il nome di DAITYA.
Eguali tradizioni le abbiamo nella "bibbia" degli antichi MAYA, il "Popol Vuh"
Nelle tradizioni dei popoli di CEYLON c'erano poi i RAKSHASA, guerrieri comandati da un demone gigantesco chiamato RAKTAVIGIA, mentre in quelle dei Celti, dei Baschi e degli Irlandesi esisteva il mitico dio-eroe CHUCULAIN, di gigantesca statura.
Si deve dunque far affidamento solo a quanto dicono antichi testi ed a queste leggende tramandateci da esotici popoli per comprovare la esistenza dei giganti?
Lo storico greco Erodoto di Alicarnasso (484-425 a. C.) nel Libro I, al Tomo 6°, della sua opera « Le Storie », narrando le peripezie di Lica di Sparta che su consiglio di una pitonessa andava cercando le spoglie di Oreste, figlio di Agamennone, dice che lo spartano trovò un corpo gigantesco sotto il pavimento della bottega di un fabbro, a Tegea.
Ecco quanto disse il fabbro a quel Lica:
... Poiché, volendo io scavarmi un pozzo in questo cortile, nel lavoro di scavo mi imbattei in una bara lunga sette cubiti e, siccome non volevo credere che fossero mai esistiti degli uomini più grandi di quelli che ci sono ora, la scoperchiai e vidi un cadavere delle stesse dimensioni della bara...
Essendo il cubito di m. 0,45 circa, si trattava della misura non comune di circa 3,15 metri.
Poi, secoli addietro, conseguentemente alla scoperta di Colombo delle Americhe, gli spagnoli capitanati da Hermando Cortez sbarcarono sul suolo messicano.
E Bernal Diaz del Castillo, un'elemosiniere al seguito del condottiero che ebbe l'incarico di documentare per iscritto la spedizione, ci lasciò una prova preziosa e inconfutabile sull’esistenza dei giganti, che si può leggere a pag. 154 del suo libro, tradotto in italiano col titolo « La conquista del Messico » ed edito a Milano nel 1948 da Longanesi, come segue: «... Gli indios risposero che, a quanto avevano saputo dai loro antenati, nei tempi antichi c'erano in quelle terre uomini e donne molto alti di statura: siccome erano molto malvagi e di pessimi costumi erano stati poi uccisi (?) e i pochi superstiti erano morti naturalmente...
Perchè ci rendessimo conto della loro enorme statura, ci fecero vedere un femore che era alto come un uomo di normale statura, ed altre ossa che, pur essendo ormai corrose dal tempo, apparivano di dimensioni veramente sproporzionate.
Cortez disse che quel femore bisognava mandarlo in Castiglia, perchè lo vedesse Sua Maestà; ed infatti glielo inviarono coi primi procuratori che ritornarono in Spagna... ».
In proposito si può aggiungere una interessante citazione presa dal « Manoscritto Messicano di Pedro de los Rios » si legge infatti che:
Prima della grande inondazione (APACHIHUILIZTLI) che ebbe luogo 4008 anni dopo la creazione del mondo, il paese di ANAHUAC era abitato dai TZOCUILLIXECO (giganti), uno dei quali si chiamava XELHUA...
Nel nostro secolo si trovano ancora in Sardegna i cosidetti « SEPULTARAS IS GIGANTES », sepolcri che sono coperti da lastroni lunghi dai 5 ai 10 metri.
Simili sepolture si trovano anche nelle isole Baleari, e il reverendo BRESCIANI le cita nel suo volume « USI E COSTUMI DELLA SARDEGNA ».
Questo autore afferma inoltre di aver avuto occasione di ammirale uno scheletro lungo 12 piedi; trovato durante alcuni lavori in un podere di Padri Gesuiti.
Seguono poi ancora altri ritrovamenti che, sebbene fatti in tempi abbastanza recenti, purtroppo per la scienza ufficiale non costituiscono prove di gran valore:
Nel MONTANA, nell'anno 1926, a BEAR CREEK, e precisamente nella miniera carbonifera EAGLE NUMBER THREE vengono rinvenuti in stratificazioni geologiche risalenti ad almeno trenta milioni di anni un paio di enormi molari umani.
Nell'ARIZONA, a CRITTENDEN, nel 1891, durante gli scavi di fondamenta per un edificio gli operai si imbatterono in un sarcofago che conteneva il corpo di un essere umano alto tre metri... e con sei dita ai piedi!
Infine a LOMPOCK RANCHO in California, nel 1833, si trovò nel terreno, durante dei lavori, uno scheletro lungo tre metri e circondato da conchiglie lavorate e blocchi di pietra ricoperti di iscrizioni intellegibili.
Molte leggende sono state imbastite attorno i giganti, in questo ultimo secolo.
Ci fu chi li vide discendere da esseri venuti dalle stelle, mentre altri sostennero che non furono altro che esseri privi di intelligenza e dotati solo di una smisurata forza bruta.
Noi non sappiamo quale delle due tesi abbia ragione, e non dobbiamo certo correr dietro agli « scienziati » che e adoperano i fondi del caffé nei loro studi, per riuscire a saperlo.
La verità è sepolta oramai nel seno della terra da troppo tempo per poter ricostruire la storia dei giganti.
È solo a prezzo di lunghi studi e sacrifici che qualche volta alcuni studiosi di seria fama hanno dato qualche breve scorcio della totale visione storica.
Proprio uno di questi studiosi che godono fama di serietà, nonostante che la scienza, etichettatrice, si sia lasciata scappare in proposito qualche sorrisetto ironico, è HAROLD WILKINS.
Costui in uno dei suoi libri, e precisamente « MISTERIES OF ANCIENT SOUTH AMERICA », comprovato dalle accurate documentazioni raccolte, afferma che sotto la superficie del nostro pianeta vi è una fitta rete di gallerie scavate per l'appunto dai mitici Titani.
Se furono dunque questi gli artefici di simili titaniche opere quale doveva essere il loro progresso tecnologico?
Qualcuno, e forse non a torto, ebbe anche ad accostare il mito dei "Signori della Fiamma alla civiltà dei giganti.
Possedevano questi anche astronavi capaci di volare negli spazi cosmici?
La scienza di domani forse potrà risolvere il mistero aleggiante su questi giganteschi uomini, che le informazioni permettono di stimarne l'altezza dai tre ai quattro metri.
Speriamolo! Potremo così aggiungere pagine nuove alla Storia del nostro pianeta, risolvendo il mistero dell'antichissima città di TIAHUANACO eretta all'alba dei tempi, delle straordinarie gallerie che si perdono nel cuore della Terra, dei menhir di STONEHENGE, del mito dell'Atlantide e della Lemuria e chissà, trovando una porta che in virtù di antiche scienze si apra sullo spazio.

Giancarlo Barbadoro


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© Giancarlo Barbadoro